Negli ultimi tempi sembrava doveroso per tutti parlare di coronavirus ...chi ironizzando, chi in modo serio... tutti a dire la propria. Sono rimasto semplicemente dall'altra parte, senza mai aprire la questione.
Lo faccio adesso, per la prima volta.
Adesso che più dell'emergenza coronavirus sembra esser doveroso parlare di un'altra emergenza conseguenza al coronavirus: il senso di comunità, il nostro senso civico. Lo abbiamo perso ...e se finora potevamo stare alti sui nostri piedistalli fatti di convinzione, orgoglio ...adesso dobbiamo abbassarci e innalzarci ...dobbiamo essere tutti la stessa media,
FARE TUTTI LA STESSA MEDIA
senza eccezioni altrimenti non ne usciremo più. Il problema è proprio questo: non uscirne più. In questo momento la soluzione più idonea per uscirne fuori è ...non uscire. Stare dentro.
STARE DENTRO ...che allo stesso tempo significa molte cose:
-bisogna stare dentro le proprie case per la tutela della nostra salute e per i nostri cari. La malattia non è lontana, non è più in Cina o a chissà quale altro Paese... l'abbiamo in casa! Dobbiamo limitare i contatti per limitare i contagi. Per limitare il numero di persone che avrebbero poi bisogno di assistenza medica.
Ecco un altro punto:
-bisogna stare dentro alle possibilità che il nostro sistema sanitario ha a disposizione... lo avete sentito dove siamo arrivati!? Qualcuno dice che si dovrebbe regolare l'accesso alle cure a seconda le possibilità di sopravvivenza, circoscrivere un limite di età. Questo non può e non deve accadere. Quindi bisogna stare dentro le proprie case anche per stare dentro alle possibilità del nostro sistema sanitario soprattutto. Ci sono persone che non possono permettersi il contagio a causa della loro precaria situazione medica. Dobbiamo pensare anche a loro, soprattutto.
Allo stesso tempo ecco un altro punto:
-bisogna stare dentro la politica. La direzione che si decide nei palazzi ...non deve puntare sempre a tagliare su campo fondamentali della crescita del Paese, della tutela, della vita! La politica in primis e la partecipazione attiva di tutti noi. Dobbiamo mirare alla crescita del nostro Paese ..nella cultura in ogni direzione. Dal senso civico al senso del diritto, del dovere.
Oggi non avremmo questa seconda emergenza/conseguenza se fossimo stati all'altezza del senso di comunità.
L'ho sempre detto ...e questa frase si conferma sempre la risposta ad ogni domanda:
LA SOLUZIONE DI TUTTO È L'EDUCAZIONE DI TUTTI!
Anche nella questione coronavirus sta bene questa frase ...perché il problema adesso per quanto possa sembrare davvero grande non può essere insuperabile. C'è già chi sta affrontando la situazione in prima linea ogni giorno in ogni contesto, sia nei laboratori che negli ospedali o sulle strade a tu per tu con le persone, con noi ...con ognuno di noi! Supereremo questo periodo ma allo stesso tempo, quando il peggio sarà passato ...che non sia dimenticata la lezione che bisogna investire su ciò che evidentemente la questione coronavirus ha portato a galla:
il nostro sistema educativo,
il nostro essere comunità,
la nostra capacità all'adattamento.
Mettiamo in pratica la parola RESILIENZA!
"...non è la più intelligente delle specie a sopravvivere; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell'ambiente in cui si trova..."

Nelle paure, nelle aspettative, nelle delusioni ...sei mai stato l'altro? Sei mai stato l'altra parte di te? Invece di chiuderti sempre più nel tuo "modo" di essere, sei mai stato Essere? Diventa facile, facilissimo nell'immediato difendersi nello sgomento, perdersi e abbandonarsi alla disperazione! Sanno farlo tutti...
Indossare quella maschera di autostima nel far vedere e nel farsi vedere vittima degli eventi, delle circostanze (sempre) negative, nel dolore. Come se fosse una catena di cose che si ripetono, un treno che torna sempre alla stessa stazione...
Sei mai stato l'altro? Sei mai stato l'altra parte di te? Abbandonando quella maschera, quel treno che parte ma non arriva a nessuna nuova meta... abbandonando le stesse parole di sempre, le stesse giustificazioni che dai solo a te... non ti stanchi? Non ti stanca? E quanto ancora ne dovrà passare di tempo?
Sei mai stato l'altro? Sei mai stato l'altra parte di te? Invece di aspettare il tempo che non passa... invece di aspettare che gli eventi avvengano... invece di stare fermo lì, seduto in quel treno che non ha destinazioni (ma che soprattutto non guidi tu!)...
Nelle tue paure, nelle tue aspettative, nelle tue delusioni ...chi guida i tuoi passi? Chi decide cosa sia meglio fare? Le tue stesse paure, aspettative, delusioni ...oppure l'altra parte di te?! Quella parte che è rimasta sempre lì, messa appunto da parte, mai degnata di considerazione perché "io sono così, non posso farci nulla".
Si cambia, si può cambiare ...e gli unici a deciderlo siamo noi, saremo solo noi.
Fino a quando non saremo impregnati di questa consapevolezza, la vita ci scivolerà addosso come se niente potesse mai scalfire il nostro Essere, continuando ad essere sempre vittime, figli fragili delle cose che non cambiano. 


"...non facciamoci figli fragili
delle cose che dovevano cambiare.
Cerchiamo invece di essere noi gli artefici
delle cose che dovranno cambiare.
Oggi..."

["Le cose che dovevano cambiare", Kyriacos Ray]


Sei mai stato l'altro? Sei mai stato l'altra parte di te?



Ho fatto tabula rasa. Vivere l'essenziale per me è stato sempre vivere l'essenza di tutte le cose. La mia mente è in continuo allenamento ...seleziona, scarta, accetta, s'impregna di tutte le cose che entrano. Costruisce ponti dove c'è un bisogno di comprensione per poi abbattere impetuosamente muri, fortezze ...come onde che s'infrangono ripetutamente. Tutto questo per arrivare al mare calmo, la destinazione.
Il mare calmo è l'essenza della mia mente, la pace ...ma perché questo avvenga c'è bisogno di continui moti nelle profondità, per non morire. Il mare calmo cela immensi sacrifici, segreti, segnali. Maree alte che inglobano ogni cosa, dove l'orizzonte s'allarga ...susseguite da maree basse dove poi ogni cosa che prima era immersa resta lì, ferma a riva, lontana dal mare. Ci sono forze invisibili e onnipotenti a governare i moti delle profondità. Fenomeni ignoti oppure seppur conosciuti, ancora indomabili ...di cui ne siamo soltanto vittime, non artefici. Il male è la debolezza più forte che esiste. Non arrenderti al male, affrontalo. Cerca di vincerlo e se proprio non puoi, guardati intorno, guardati dentro. Non si è mai soli. Vivere in ogni forma, sperimentare varie misure del vivere ...fa si che tu possa conoscere meglio te stesso. Puoi vederti sotto vari aspetti, indossare moventi, alibi per migliorare le prestazioni. La vita è un continuo allenamento in questo e bisogna essere all'altezza, alla misura... altrimenti ci si indebolisce. Le prove non superate non ti consentono di andare avanti, richiedono maggiore consapevolezza. Allenare la consapevolezza migliora le intenzioni e chiarisce ogni finale. La mente davanti allo specchio della consapevolezza deve risplendere senza recita, senza falsità. Guardati negli occhi e prova a dire a te stesso quello che brucia, quello che ancora sta bruciando. Il male consuma l'entusiasmo, depreda gli orizzonti, avvelena l'anima 
...muoviti dentro!
Non appassire!
Alza la testa e guarda in faccia la realtà. Guardati intorno e guardati dentro.
Una mano tesa è richiesta di aiuto ma al contempo è ferma e non aiuta il corpo che s'abbatte.
Un albero con i rami spogli e secchi...
Ho fatto tabula rasa
...di sentimenti ed emozioni,
di contatti e rapporti
dentro di me.

Ho fatto tabula rasa tutto intorno. Ho fatto tabula rasa tutto il giorno ...e la notte cercavo di mantenere salda la mente e salva la vita. Luci abbaglianti contro l'oscurità più fitta per poi ancora velocissimi e ripetuti abbagli, una sensazione di freddo, di solitudine. Di volontà. Ho fatto tabula rasa tutto intorno perché tutto il mondo sembrava erbaccia che inondava ogni sensazione, ogni intenzione ...soffocando il mio respiro. Non potevo più respirare... Ho fatto tabula rasa tutto intorno per far entrare aria, spazio dentro di me ma ho avvertito lo stesso vuoto che prima era pieno di tutto quel caos dominante. Forse è uno stato di incoscienza ancora, riservo riconoscenza ma al momento sono senza alcuna solida fermezza. Subisco le alte maree mentre cerco di andare più lontano possibile ma poi sono immobile e senza moto quando basse maree monopolizzano l'orizzonte... e tutto intorno non c'è più nulla. Il male è la debolezza più forte che esiste ...e ci sono molti uomini potenti, pieni di questa debolezza.  Cerco di sopravviverli, di soprassederli ma il destino, il caos ha un programma che non entra nella mia comprensione... o meglio, pur che rientrasse nella mia comprensione, non ritrova il senso e il consenso della mia libertà, del mio respirare. Non posso respirare ancora, in fondo a questa alta marea, qui nelle profondità devo scovare l'ingranaggio dei moti, devo ravvivare l'essenza ...devo iniziare a rivivere, per non morire

...ma è davvero vivere il cercare di non morire?!







Oggi 21 Marzo ricorrono insieme la Giornata Mondiale della Poesia, il Primo Giorno di Primavera e l'anniversario dell'apertura della mia manifestazione. Era il 21 Marzo 2011 quando aprivo questo mio sito soloparole.net con Pagina Facebook e altri social annessi. Ogni anno ho sempre celebrato questa data come un'occasione importante associando vari eventi (pubblicazione di un libro, di una poesia, regali ect). Da un pò di tempo invece, come annunciato su Facebook, ho tenuto chiusa la mia manifestazione perché sono diventato "preda" di un periodo avverso, una tempesta che non mi lascia tregua. La mia mente è in continuo attacco di pensieri, possibilità negate... combattimenti forti che non lasciano spazio a quella dedizione con la quale curavo questa parte di me invisibile, con voi. Ho sempre cercato di non mescolare le mie due realtà, quella reale dalla virtuale ma purtroppo il crudo prezzo del vivere mi ha portato in una spirale da cui, per uscirne... bisogna combattere. E' una guerra. Sono in guerra... ovviamente sperando di vincere, di più però spero di "sopravvivere", di potercela fare... pagando il conto per quello che è ma finendola "finalmente libero, leggero".
Come già specificato in altre situazioni ...e per non mettervi pensieri estranei in testa, non sto attraversando alcun problema "fisico", di salute sto bene... per quello che può valere mentre si combatte una "guerra"... ma non voglio creare fraintendimenti quindi ...il mio non è un problema di salute e nemmeno di ...cuore, ovviamente.
Oggi non potevo non rendermi partecipe con voi, in questa giornata speciale... e non ho voluto farvi mancare la mia presenza (più di quanto già manchi). Lo so, ne sono consapevole... chiudermi non è la risposta giusta... condividere solo i momenti belli non è la pratica esatta ma io vorrei preservare almeno questa parte di me con voi, questo mio mondo invisibile lasciarlo "pulito" e fuori dalla quotidianità che sta consumando le mie giornate. Sono forte, lo devo... e non sono mai solo, questo ve lo devo... lo so. Allo stesso tempo è come se mi sentissi debole, indifeso davanti a questa tempesta, questa voragine. Quello che chiedo a voi ...a chi mi aspetta... le mie scuse per un'assenza dilungata e una richiesta di energia positiva per me, per le mie intenzioni.
Vi ringrazio e vi saluto lasciando qui una breve riflessione e un estratto di una poesia scritta in questo periodo: "Quelle catene sono la mia mente".
A presto. Ritornerò senz'altro. Senza altro da combattere... ma solo da proteggere, godere, vivere. Spero.

...è una mente contorta quella che non cede al passo di bruciare in continuo tutto il residuo che il veleno provoca dentro al cuore e nello stomaco... una mente provata ma che insiste a portare avanti il suo treno a vapore, sporcandosi di carbone pur di andare più lontano possibile, lontano dall'incendio che sta bruciando il circondario.
Un treno a vapore che va a mille, carico di tutto ciò che poteva contenere e oltre... nel bene e nel male, nella buona e nella cattiva sorte
...scorte che seppur pesanti avrebbero garantito comunque resistenza ai giorni di magra che potevano presentarsi.
...è una mente malata forse, egoista che non ascolta la coscienza perché si fa parlare dal cuore... anche quando questi suggerisce di stare in silenzio. Silenzi su silenzi, vuoti di parole, il nulla... niente... che a carico massimo sono sprofondati su solai e solai di palazzi altissimi dove si poteva vedere il sole. Una torre abitata da mille servienti nel recuperare ogni pietra che il tempo o chissà cosa avrebbe potuto far cadere.
...è una mente contorta la mia, in grado di giustificare l'imperdonabile e perdonare l'ingiustificabile perché animata da quella forma di amore superiore ad ogni cosa, quell'amore assoluto che involuto si è radicato nelle profondità di un'anima dandole vita, aprendo le vene e i nervi alla ninfa più miracolosa che esiste!
...è una mente, la mia, governata da un amore figlio dell'inferno e del paradiso abitanti e sovrani nello stesso cuore.
...è una mente feconda piena di tutto, dello stesso e del contrario... di guerra e di pace, di giorni e di notti ma con gli occhi sempre rivolti a quel senso di pace, a quel posto che conquistato si vuole proteggere, godere, vivere.
"...la sopravvivenza non mi appartiene:
 
io devo respirare, è un atto vitale
...anche se con il respiro più grande del mondo
mi sono immerso nel mare più profondo
per recuperare la mia esistenza.

Il respiro, bloccato e fermo,
trattenuto...
diventa un movimento meccanico,
necessario
che indomabile si contrae
per spezzare le catene che lo imprigionano.

Quelle catene sono la mia mente..."




NUOVA POESIA //
TU FALLO PER ME

Ogni emozione è vincolata 
da un mare mosso di cose,
di persone, da scarti di tempo
che non bastano mai.
Uno sguardo veloce
che analizza il tutto in un secondo
che pregiudica le ambizioni
ma guarisce le mancanze
...perché se vale la pelle
allora io aspetto
...se vale la pelle
allora io accetto...
accetto le attese
e costruisco le scuse,
preparo la corsa
e arrivo per primo sul podio, 
sul posto che io ho cercato, creato.
Arrivo prima che tu possa sognare,
chiedere, osare.
Un mare mosso di intenti,
di onde che si scontrano,
di correnti che non badano
alla direzione del vento.
Mare mosso che penetra dentro,
di freddo, di colpo
senza preavviso.
All'improvviso
un'onda d'urto,
inaspettatamente
senza dar modo al respiro
di prendere aria, tempo.
Un ritmo incalzante di intenti,
di mani che si cercano,
si trovano e si stringono.

Tu fallo per me:
fallo per me!
Trattieni il respiro
e continua, abbandona 
ogni resistenza che la natura umana 
impregna nel nostro corpo:
siamo fatti di infinito,
non abbiamo confini
se non soltanto nella nostra mente.
Abbandonala la mente:
siamo quello che vogliamo,
un'intesa d'intenti.

Trattieni il respiro!
Trattieni il respiro!
Non è l'aria che ti manca
...non ti manca l'aria!
E' la capacità di vedere
oltre ogni confine fisico:
hai il mio cuore adesso,
il mio respiro.
Hai il mio cuore adesso
che batte per te!